Il contributo indaga la percezione largamente condivisa nella società delle arti applicate tradizionali e della cultura locale ad esse connessa, in relazione con il sistema del design e, in particolare, in riferimento all’interior design contemporaneo. Se, fino a non molti anni fa si associava il progresso delle discipline progettuali a figure sempre più specializzate, oggi i progetti, le pubblicazioni, le mostre e gli eventi sembrano mappare la crescita di una nuova generazione, pronta a identificare nei confini nuovi punti di snodo e orizzonti d’innovazione (Da Empoli, 2013). Sempre più spesso, infatti, si registrano incursioni tra la disciplina del design e scienze, tecniche e ambiti differenti. Partendo da un comune baricentro – la centralità del prodotto nella sua molteplice espressione – il sistema appare proiettato verso nuovi scambi disciplinari. Il focus del contributo verte sull’esposizione di alcuni esperimenti ibridi, proiettati oltre i preconcetti che in passato hanno contraddistinto il settore del fatto-a-mano in relazione all’allestimento degli interni. Ne è un esempio il progetto “Immaginary Architecture”, presentato nel 2018 a Venezia in occasione di Homo Faber, dalla interior designer francese India Mahdavi. Nella sua interpretazione del giardino d’inverno – omaggio al pittore post-impressionista Henri Rousseau – sedute, boiserie e wallpaper prendono forma attraverso la collaborazione con esperti artigiani europei specializzati nella lavorazione del rattan e vengono contrapposti ad elementi realizzati da alcuni maestri tappezzieri italiani. In questo contesto, lo scritto esplora il ruolo della figura del designer come attivatore–facilitatore (Anceschi, Botta, 2010). Inoltre, mette a fuoco una strada dell’interior design sensibile alle logiche dinamiche e performative (Valenti, 2022) di un momento storico in cui il pensare assume sempre maggiore importanza e il significato sopravanza la produzione fisica di prodotti, sistemi e servizi (Bassi, 2017).

Borders becoming horizons. Il futuro dell'interior design è (anche) fatto a mano

luca parodi
2024-01-01

Abstract

Il contributo indaga la percezione largamente condivisa nella società delle arti applicate tradizionali e della cultura locale ad esse connessa, in relazione con il sistema del design e, in particolare, in riferimento all’interior design contemporaneo. Se, fino a non molti anni fa si associava il progresso delle discipline progettuali a figure sempre più specializzate, oggi i progetti, le pubblicazioni, le mostre e gli eventi sembrano mappare la crescita di una nuova generazione, pronta a identificare nei confini nuovi punti di snodo e orizzonti d’innovazione (Da Empoli, 2013). Sempre più spesso, infatti, si registrano incursioni tra la disciplina del design e scienze, tecniche e ambiti differenti. Partendo da un comune baricentro – la centralità del prodotto nella sua molteplice espressione – il sistema appare proiettato verso nuovi scambi disciplinari. Il focus del contributo verte sull’esposizione di alcuni esperimenti ibridi, proiettati oltre i preconcetti che in passato hanno contraddistinto il settore del fatto-a-mano in relazione all’allestimento degli interni. Ne è un esempio il progetto “Immaginary Architecture”, presentato nel 2018 a Venezia in occasione di Homo Faber, dalla interior designer francese India Mahdavi. Nella sua interpretazione del giardino d’inverno – omaggio al pittore post-impressionista Henri Rousseau – sedute, boiserie e wallpaper prendono forma attraverso la collaborazione con esperti artigiani europei specializzati nella lavorazione del rattan e vengono contrapposti ad elementi realizzati da alcuni maestri tappezzieri italiani. In questo contesto, lo scritto esplora il ruolo della figura del designer come attivatore–facilitatore (Anceschi, Botta, 2010). Inoltre, mette a fuoco una strada dell’interior design sensibile alle logiche dinamiche e performative (Valenti, 2022) di un momento storico in cui il pensare assume sempre maggiore importanza e il significato sopravanza la produzione fisica di prodotti, sistemi e servizi (Bassi, 2017).
2024
978-88-99013-12-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1231915
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