Kiss Bridge - Phú Quốc, Vietnam

The Kiss Bridge was born from a deep reflection on the concept of connection. Instead of a bridge capable of connecting two points from A to B, the project aims to create an emotion by building an infrastructure capable of symbolising the desire to meet, to unite, to kiss. This is how the Kiss Bridge came into being, consisting of two large, curving arms which, after a sloping section of over 400 metres, reach a height of 16 metres above sea level in the central spans, touching each other without joining. Their physical distance, only 50 centimetres, does not allow people to pass from one side to the other, forcing them to reach out to touch, shake hands, or for a kiss. This separation is the deeper meaning of this work, which joins not physically but virtually, transferring positive energy from one side to the other. It evokes the image of the outstretching of the fingers of the hands in Michelangelo’s ‘Creazione di Adamo’ in the Cappella Sistina. The inspiration for the bridge comes from the Vietnamese legend Ông Ngâu Bà Ngâu. The legend tells of the impossible love between a goddess and a human being. The feeling of the two lovers is so strong that the emperor allows them to meet only once a year on a magic bridge created by a flock of birds. The goddess and the man will love each other without ever touching, a platonic union typical of great loves that resist forced distances. The work, evocative and symbolic, offers the opportunity to create a place for people to meet, but also ideally to connect two different cultures and experiences. A bridge that does not reach the other side may perhaps seem superfluous, however, think how extraordinary it can be to arrive on either end just to kiss the one you want, just to kiss each other with the sun setting in the middle. I hope that this work will add an unforgettable experience to the life of each person who visits this place.

Il Kiss Bridge nasce da una profonda riflessione sul concetto di connessione. Anziché immaginare un ponte capace di collegare semplicemente due punti da A a B, il progetto mira a creare un’emozione costruendo una infrastruttura capace di simboleggiare il desiderio di incontrarsi, unirsi, baciarsi. Così è nato il ponte denominato Kiss Bridge, costituito da due grandi bracci ad andamento curvilineo che dopo un tragitto in pendenza di oltre 400 metri, arrivano, nelle campate centrali, all’altezza di 16 metri sul livello del mare, sfiorandosi senza congiungersi. La loro distanza fisica, appena 50 centimetri, non consente di passare da una parte all’altra delle due diverse sponde costringendo le persone ad allungarsi per toccarsi, stringersi la mano, o protendersi per un bacio. Un distacco che racchiude in sé il significato più profondo di questa opera che si congiunge non fisicamente ma virtualmente trasferendo energia positiva da un lato all’altro fino ad evocare l’immagine del protendersi delle dita delle mani nella “Creazione di Adamo“ di Michelangelo nella Cappella Sistina. L’ispirazione del ponte deriva dalla leggenda vietnamita Ông Ngâu Bà Ngâu che racconta dell’amore impossibile tra una dea ed un essere umano. Il loro sentimento è così forte che l’imperatore gli concede di incontrarsi solo una volta all’anno su un ponte magico creato da uno stormo di uccellini. La dea e l’uomo si ameranno senza sfiorarsi mai, un’unione platonica tipica dei grandi amori che resistono alle distanze forzate. La finalità dell’opera, tutta evocativa e simbolica, offre l’opportunità di creare un luogo per l’incontro delle persone ma anche idealmente di mettere in connessione due diverse parti, esperienze e culture. Un ponte che non raggiunge l’altra sponda forse può apparire superfluo però pensate quanto può essere straordinario arrivare su una delle due estremità soltanto per baciarsi con chi si desidera, solo per darsi un bacio con il sole che tramonta nel mezzo. Mi auguro che questa esperienza possa aggiungere alla vita di ciascuna persona che visiterà questo luogo un’esperienza indimenticabile.