Il 1815, con l’annessione di Genova e del suo dominio di terraferma, ha rappresentato un punto di svolta per la dimensione marittima degli stati sabaudi, fino a quel momento configurata in relazione alla sovranità sulla Sardegna (un’isola con una economia marittima poco sviluppata) e sulla contea di Nizza (una realtà più consistente di quella sarda sotto il profilo marittimo, ma in una forma comunque quantitativamente contenuta). Attraverso l’attribuzione dei territori dell’ex Repubblica di Genova, decisa dalle potenze riunite nel Congresso di Vienna, il re di Sardegna ottenne la sovranità su una realtà marittima vitale, sostenuta da un sistema finanziario-bancario tradizionalmente robusto, capace di garantire un ricco contributo, in termini di entrante fiscali, all’erario regio. La nuova dimensione connessa all’annessione di quella che è oggi la Liguria stimolò l’attenzione del governo sabaudo per il settore marittimo. Prese corpo, quindi, una nuova Marina, moderna, il cui nerbo fu costituito da bastimenti d’alto bordo a vela quadra (fregate pesanti, corvette, brigantini e golette), invece che da legni latini a doppia propulsione, vela triangolare e remo (galeotte e altri bastimenti similari). Una Marina che necessitava di un corpo ufficiali capace di comandare bastimenti dotati di caratteristiche differenti rispetto a quelli impiegati nei secoli precedenti. Non che le istanze di modernizzazione fossero mancate prima della fine delle guerre napoleoniche; ve n’erano state, e negli anni Settanta del Settecento si erano concretizzate nell’introduzione di alcuni legni d’alto bordo a vela quadra e nel disarmo della squadra di galee. Era stata una breve parentesi, ma significativa, perché aveva fatto emergere la necessità di dotarsi di personale specializzato nella conduzione di tipologie di bastimenti alquanto differenti dai tradizionali legni a vele triangolari e remi. Per questo motivo il governo sabaudo decise di istituire la nuova Scuola di Marina, non più a Villafranca – base della flotta prima dell’annessione della Liguria – ma a Genova: grande città marittima eletta a nuova base della flotta, con il suo porto, trasformato in parte in porto militare, e i suoi cantieri navali, collocati a levante fuori le mura (cantieri della Foce), adibiti ad arsenale
Formare ufficiali per la nuova flotta sabauda. La Regia Scuola di Marina di Genova (1815-1850)
Emiliano Beri
2025-01-01
Abstract
Il 1815, con l’annessione di Genova e del suo dominio di terraferma, ha rappresentato un punto di svolta per la dimensione marittima degli stati sabaudi, fino a quel momento configurata in relazione alla sovranità sulla Sardegna (un’isola con una economia marittima poco sviluppata) e sulla contea di Nizza (una realtà più consistente di quella sarda sotto il profilo marittimo, ma in una forma comunque quantitativamente contenuta). Attraverso l’attribuzione dei territori dell’ex Repubblica di Genova, decisa dalle potenze riunite nel Congresso di Vienna, il re di Sardegna ottenne la sovranità su una realtà marittima vitale, sostenuta da un sistema finanziario-bancario tradizionalmente robusto, capace di garantire un ricco contributo, in termini di entrante fiscali, all’erario regio. La nuova dimensione connessa all’annessione di quella che è oggi la Liguria stimolò l’attenzione del governo sabaudo per il settore marittimo. Prese corpo, quindi, una nuova Marina, moderna, il cui nerbo fu costituito da bastimenti d’alto bordo a vela quadra (fregate pesanti, corvette, brigantini e golette), invece che da legni latini a doppia propulsione, vela triangolare e remo (galeotte e altri bastimenti similari). Una Marina che necessitava di un corpo ufficiali capace di comandare bastimenti dotati di caratteristiche differenti rispetto a quelli impiegati nei secoli precedenti. Non che le istanze di modernizzazione fossero mancate prima della fine delle guerre napoleoniche; ve n’erano state, e negli anni Settanta del Settecento si erano concretizzate nell’introduzione di alcuni legni d’alto bordo a vela quadra e nel disarmo della squadra di galee. Era stata una breve parentesi, ma significativa, perché aveva fatto emergere la necessità di dotarsi di personale specializzato nella conduzione di tipologie di bastimenti alquanto differenti dai tradizionali legni a vele triangolari e remi. Per questo motivo il governo sabaudo decise di istituire la nuova Scuola di Marina, non più a Villafranca – base della flotta prima dell’annessione della Liguria – ma a Genova: grande città marittima eletta a nuova base della flotta, con il suo porto, trasformato in parte in porto militare, e i suoi cantieri navali, collocati a levante fuori le mura (cantieri della Foce), adibiti ad arsenaleI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



