Quelli a cavallo tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento sono anni decisivi per la definizione dell’auto-rappresentazione del genere maschile. In questo senso, per esempio, la guerra di Libia del 1911-1912 ha rappresentato un nodo cruciale non soltanto per l’espansione coloniale liberale, ma anche per il profondo rinnovamento della maschilità all’interno della società italiana. È sufficiente pensare alla codificazione del maschio dominante e civilizzatore che tanto ha contribuito alla proiezione del genere, o alle frustrazioni sessuali disattese al contatto con l’alterità libica. Una guerra coloniale che è centrale anche nell’ambito della storia della psichiatria. Il contributo mira a rivalutare la portata dell’esperienza nella Quarta Sponda, considerandola un laboratorio psichiatrico fondamentale e precedente l’immane conflitto mondiale. Una guerra dal potenziale traumatico inaspettato e violento, assai poco studiata dal punto di vista delle sue derive mentali. Rispolverando la casistica medica dedicata all’impresa tripolina, l'autore ne rivela le caratteristiche psicopatologiche principali, valorizzandone le caratteristiche peculiari in rapporto alla costruzione del trauma. Derive psichiatriche leggibili attraverso le produzioni orali e scritte dei militari coinvolti, vittime dimenticate di incontrovertibili processi di derealizzazione. Una lacuna storiografica per una guerra di importanza centrale per le sorti della contemporaneità italiana, un vuoto interpretativo che il saggio contribuisce a colmare.
La costruzione del trauma nella guerra di Libia (1911-1912), in G. Mamone, F. Milazzo (a cura di), Storia e psichiatria. Problemi, ricerche, fonti, Milano, Biblion, 2019, pp. 159-172.
MAMONE
2019-01-01
Abstract
Quelli a cavallo tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento sono anni decisivi per la definizione dell’auto-rappresentazione del genere maschile. In questo senso, per esempio, la guerra di Libia del 1911-1912 ha rappresentato un nodo cruciale non soltanto per l’espansione coloniale liberale, ma anche per il profondo rinnovamento della maschilità all’interno della società italiana. È sufficiente pensare alla codificazione del maschio dominante e civilizzatore che tanto ha contribuito alla proiezione del genere, o alle frustrazioni sessuali disattese al contatto con l’alterità libica. Una guerra coloniale che è centrale anche nell’ambito della storia della psichiatria. Il contributo mira a rivalutare la portata dell’esperienza nella Quarta Sponda, considerandola un laboratorio psichiatrico fondamentale e precedente l’immane conflitto mondiale. Una guerra dal potenziale traumatico inaspettato e violento, assai poco studiata dal punto di vista delle sue derive mentali. Rispolverando la casistica medica dedicata all’impresa tripolina, l'autore ne rivela le caratteristiche psicopatologiche principali, valorizzandone le caratteristiche peculiari in rapporto alla costruzione del trauma. Derive psichiatriche leggibili attraverso le produzioni orali e scritte dei militari coinvolti, vittime dimenticate di incontrovertibili processi di derealizzazione. Una lacuna storiografica per una guerra di importanza centrale per le sorti della contemporaneità italiana, un vuoto interpretativo che il saggio contribuisce a colmare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



