Nel contesto del progetto Miserabilia, gli spazi urbani di miseria rappresentano una testimonianza concreta dell’indigenza estrema e della deprivazione materiale all’interno delle città contemporanee. Questi luoghi, sebbene parte integrante del tessuto urbano, sono spesso relegati ai margini della percezione sociale. Essi esistono in uno stato di visibilità ignorata, evidenziando una frattura tra l’esperienza fisica della città e la sua rappresentazione regolamentata: “è in questi luoghi-nonluoghi che maggiormente è messa a dura prova la nostra corporeità, il tipo di formativi estremamente fragile e destinata ad un progressivo depotenziamento dell’immagine” (Mello 2002, p. 11). Parallelamente, Ballard, nel suo romanzo La mostra delle atrocità, esplora paesaggi mentali che incarnano alienazione, frammentazione e trauma, dove il protagonista naviga attraverso un mondo surreale e disarticolato. Questa frammentazione narrativa pu essere vista come una metafora della frammentazione geografica e sociale vissuta da chi abita gli spazi di miseria urbana. Entrambi i contesti, quello urbano e quello mentale, rappresentano forme di alienazione e invisibilità dove gli spazi di miseria sono fisicamente presenti ma socialmente ignorati, mentre i paesaggi mentali di Ballard sono percezioni interiori che sfidano la comprensione convenzionale. La società moderna, attraverso la regolamentazione e la misurazione della povertà, ha progressivamente rimosso gli spazi di miseria dal campo visivo regolamentato, analogamente a come la narrativa di Ballard rappresenta traumi e distorsioni psicologiche che vengono sistematicamente ignorati. La frammentazione dell’esperienza nei contesti urbani di miseria riflette la frammentazione psicologica esplorata da Ballard. La discontinuità e la disarticolazione della narrazione illustrano un senso di disorientamento che è parallelo alla discontinuità geografica e sociale vissuta negli spazi di miseria, dove entrambi i tipi di spazi rappresentano un’area liminale, un luogo di transizione che sfida le norme e le aspettative della società. In conclusione, l’esplorazione della relazione tra gli spazi di miseria urbana e i paesaggi mentali offre una comprensione più profonda della frammentazione, dell’alienazione e dell’invisibilità che operano sia a livello fisico che psicologico. Questi spazi, attraverso la loro resistenza alla regolamentazione e alla categorizzazione, forniscono una critica incisiva alla società contemporanea e ai suoi effetti sulla condizione umana. Attraverso questa lente, possiamo vedere come le esperienze umane di deprivazione e trauma siano intrecciate e riflesse nella struttura delle città moderne e nella mente umana, illuminando le complessità della miseria urbana e della psiche frammentata.

Visibilità ignorata: Un’analisi della deprivazione urbana nei paesaggi mentali

camilla Giulia Barale
2025-01-01

Abstract

Nel contesto del progetto Miserabilia, gli spazi urbani di miseria rappresentano una testimonianza concreta dell’indigenza estrema e della deprivazione materiale all’interno delle città contemporanee. Questi luoghi, sebbene parte integrante del tessuto urbano, sono spesso relegati ai margini della percezione sociale. Essi esistono in uno stato di visibilità ignorata, evidenziando una frattura tra l’esperienza fisica della città e la sua rappresentazione regolamentata: “è in questi luoghi-nonluoghi che maggiormente è messa a dura prova la nostra corporeità, il tipo di formativi estremamente fragile e destinata ad un progressivo depotenziamento dell’immagine” (Mello 2002, p. 11). Parallelamente, Ballard, nel suo romanzo La mostra delle atrocità, esplora paesaggi mentali che incarnano alienazione, frammentazione e trauma, dove il protagonista naviga attraverso un mondo surreale e disarticolato. Questa frammentazione narrativa pu essere vista come una metafora della frammentazione geografica e sociale vissuta da chi abita gli spazi di miseria urbana. Entrambi i contesti, quello urbano e quello mentale, rappresentano forme di alienazione e invisibilità dove gli spazi di miseria sono fisicamente presenti ma socialmente ignorati, mentre i paesaggi mentali di Ballard sono percezioni interiori che sfidano la comprensione convenzionale. La società moderna, attraverso la regolamentazione e la misurazione della povertà, ha progressivamente rimosso gli spazi di miseria dal campo visivo regolamentato, analogamente a come la narrativa di Ballard rappresenta traumi e distorsioni psicologiche che vengono sistematicamente ignorati. La frammentazione dell’esperienza nei contesti urbani di miseria riflette la frammentazione psicologica esplorata da Ballard. La discontinuità e la disarticolazione della narrazione illustrano un senso di disorientamento che è parallelo alla discontinuità geografica e sociale vissuta negli spazi di miseria, dove entrambi i tipi di spazi rappresentano un’area liminale, un luogo di transizione che sfida le norme e le aspettative della società. In conclusione, l’esplorazione della relazione tra gli spazi di miseria urbana e i paesaggi mentali offre una comprensione più profonda della frammentazione, dell’alienazione e dell’invisibilità che operano sia a livello fisico che psicologico. Questi spazi, attraverso la loro resistenza alla regolamentazione e alla categorizzazione, forniscono una critica incisiva alla società contemporanea e ai suoi effetti sulla condizione umana. Attraverso questa lente, possiamo vedere come le esperienze umane di deprivazione e trauma siano intrecciate e riflesse nella struttura delle città moderne e nella mente umana, illuminando le complessità della miseria urbana e della psiche frammentata.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1265438
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