Opera tra due mondi ricostruisce la parabola artistica di Italo Montemezzi, astro della lirica italiana del primo Novecento, protagonista di un’ascesa rapida e luminosa seguita da una lunga e ostinata rincorsa alla gloria sfuggente del passato, senza mai riuscire a riassaporarla. a una gloria che non gli riuscì di rinnovare. Formatosi al Conservatorio di Milano, una generazione dopo Puccini e Mascagni, Montemezzi fu presto accolto da Casa Ricordi, che in lui intravide la promessa di un’eredità degna dei fasti di Rossini, Verdi e Puccini. E in effetti, la profezia sembrò avverarsi: nel 1913, L’amore dei tre re lo catapultò sulla scena mondiale, in particolare negli Stati Uniti, dove l’opera venne lanciata da Toscanini («Un successo strabiliante di pubblico e stampa… Io ne sono ancora meravigliato», scrisse il direttore). Con quel capolavoro, profondamente radicato nella tradizione italiana ma aperto alle suggestioni wagneriane e oltre – tanto che la critica americana lo celebrò come «il dramma musicale più nobile venuto dall’Italia dai tempi dell’Otello» – Montemezzi seppe dare voce autentica al gusto della sua epoca. Ma questo libro è anche la storia di un’ambizione tradita: ancor prima di trasferirsi in America nel 1939, infatti, il suo astro iniziò inesorabilmente a spegnersi in patria, tra difficoltà a realizzare nuovi progetti di livello, clima culturale poco favorevole e congiuntura storica sempre più drammatica, condannandolo alla marginalità nella quale è rimasto ingenerosamente relegato anche dopo la morte. A centocinquant’anni dalla nascita di Italo Montemezzi, questa prima monografica critica completa a lui dedicata ne ripercorre la vicenda esistenziale e la carriera, dalla campagna veronese a Beverly Hills, tra Belle époque, ventennio fascista e . Un’opera in grado di illuminare oltre mezzo secolo di storia e scena culturale sulle due sponde dell’Atlantico.
Opera tra due mondi. Vita, musica e teatro di Italo Montemezzi
R. Mellace
2025-01-01
Abstract
Opera tra due mondi ricostruisce la parabola artistica di Italo Montemezzi, astro della lirica italiana del primo Novecento, protagonista di un’ascesa rapida e luminosa seguita da una lunga e ostinata rincorsa alla gloria sfuggente del passato, senza mai riuscire a riassaporarla. a una gloria che non gli riuscì di rinnovare. Formatosi al Conservatorio di Milano, una generazione dopo Puccini e Mascagni, Montemezzi fu presto accolto da Casa Ricordi, che in lui intravide la promessa di un’eredità degna dei fasti di Rossini, Verdi e Puccini. E in effetti, la profezia sembrò avverarsi: nel 1913, L’amore dei tre re lo catapultò sulla scena mondiale, in particolare negli Stati Uniti, dove l’opera venne lanciata da Toscanini («Un successo strabiliante di pubblico e stampa… Io ne sono ancora meravigliato», scrisse il direttore). Con quel capolavoro, profondamente radicato nella tradizione italiana ma aperto alle suggestioni wagneriane e oltre – tanto che la critica americana lo celebrò come «il dramma musicale più nobile venuto dall’Italia dai tempi dell’Otello» – Montemezzi seppe dare voce autentica al gusto della sua epoca. Ma questo libro è anche la storia di un’ambizione tradita: ancor prima di trasferirsi in America nel 1939, infatti, il suo astro iniziò inesorabilmente a spegnersi in patria, tra difficoltà a realizzare nuovi progetti di livello, clima culturale poco favorevole e congiuntura storica sempre più drammatica, condannandolo alla marginalità nella quale è rimasto ingenerosamente relegato anche dopo la morte. A centocinquant’anni dalla nascita di Italo Montemezzi, questa prima monografica critica completa a lui dedicata ne ripercorre la vicenda esistenziale e la carriera, dalla campagna veronese a Beverly Hills, tra Belle époque, ventennio fascista e . Un’opera in grado di illuminare oltre mezzo secolo di storia e scena culturale sulle due sponde dell’Atlantico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



