Franz Brentano e la nozione di intenzionalità tra filosofi analitici e tomisti wittgensteiniani

In this paper I will take into consideration Brentano’s reflection about intentionality, inasmuch this notion is usually used by analytic philosophers of mind. At first, I will discuss their interpretation, which turns out to be more fruitful than faithful; then, I will examine the relevance of the fact that Brentano has deliberately recalled this notion from medieval scholastics. Has this reference supported a real interest of analytic philosophy towards the medieval one? The most considerable current under this respect is Wittgensteinian Thomism, which counterposes the notion of esse intentionale, to the notion of Intentionale Inexistenz. In this way the scholars who belong to this current appreciate Brentano’s historiographical credits, but they bring into question his theoretic proposal.

In questo articolo prenderò in considerazione la riflessione di Brentano circa l’intenzionalità, in quanto questa nozione è solitamente utilizzata dai filosofi analitici della mente. In primo luogo, discuterò la loro interpretazione, che si rivela più fruttuosa che fedele; poi, esaminerò la rilevanza del fatto che Brentano abbia deliberatamente ripreso questa nozione dalla scolastica medievale, interrogandomi se tale riferimento abbia sostenuto un reale interesse della filosofia analitica verso quella medievale. La corrente più rilevante sotto questo aspetto è il tomismo wittgensteiniano, che contrappone la nozione di esse intentionale, alla nozione di Intentionale Inexistenz. In questo modo gli studiosi che appartengono a questa corrente apprezzano i meriti storiografici di Brentano, ma mettono in discussione la sua proposta teorica.