Open Dialogue: hospital of the future

Oggi siamo consapevoli che il nuovo ospedale avanzato deve essere, sempre più, non solo uno spazio igienico ed efficiente ma uno spazio sensibile ed empatico (anche simpatico) capace di coniugare precisione clinica con espressività sensuale: architettura, e infrastrut-tura, ma anche architettura e paesaggio (un paesaggio naturale e artificiale, esterno e in-terno, verde e cromatico; un paesaggio psicologicamente stimolante, con scenari eco-naturali profusi e scenari eco-tecnologici reattivi; con motivi, colori e testure operativi (am-bientali, luminosi, energetici, sonori, atmosferici e anche connettivi) mutevoli, programmabili e/o elaborabili; scenari in cui operatori sanitari, visitatori e pazienti potrebbero relazionarsi in modo meno “asettico” ma anche meno professionalmente distanziato, in ampi e spaziosi spazi di incontro (e interazione) .) con un mix programmatico (gastronomico, commerciale, culturale, ricreativo, ecc.) sempre più auspicabile.