La recente pronuncia della Corte Edu, che condanna dell’Italia per violazione dell’art. 3 CEDU in ragione dell’insufficiente protezione garantita dallo Stato alle vittime di violenza domestica, riaccende l’interesse verso il fenomeno in parola e le strategie di contrasto previste e attuate a livello nazionale. Nel caso di specie, l’attenzione della Corte si sofferma in particolare sulla disciplina nazionale della prescrizione, esprimendo vivida preoccupazione per un sistema che, ammettendo la possibilità di estinzione del reato a processo avviato, finisce spesso per garantire una sostanziale impunità agli autori di simili fatti, a causa delle lungaggini procedimentali e della scarsa tempestività dei giudizi. La pronuncia in commento offre dunque l’occasione per un approfondimento critico del rapporto tra processo e oblio, anche alla luce delle recenti novità introdotte dalla riforma Cartabia, in particolare nel confronto con il diverso - ma non meno problematico - istituto dell’improcedibilità dell’azione, ex art. 344-bis c.p.p.

Il costo dell’impunità: da Strasburgo censure alla disciplina italiana in materia di prescrizione e violenza di genere

Sara Prandi
2023-01-01

Abstract

La recente pronuncia della Corte Edu, che condanna dell’Italia per violazione dell’art. 3 CEDU in ragione dell’insufficiente protezione garantita dallo Stato alle vittime di violenza domestica, riaccende l’interesse verso il fenomeno in parola e le strategie di contrasto previste e attuate a livello nazionale. Nel caso di specie, l’attenzione della Corte si sofferma in particolare sulla disciplina nazionale della prescrizione, esprimendo vivida preoccupazione per un sistema che, ammettendo la possibilità di estinzione del reato a processo avviato, finisce spesso per garantire una sostanziale impunità agli autori di simili fatti, a causa delle lungaggini procedimentali e della scarsa tempestività dei giudizi. La pronuncia in commento offre dunque l’occasione per un approfondimento critico del rapporto tra processo e oblio, anche alla luce delle recenti novità introdotte dalla riforma Cartabia, in particolare nel confronto con il diverso - ma non meno problematico - istituto dell’improcedibilità dell’azione, ex art. 344-bis c.p.p.
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