In seno al dibattito sulla rilevanza penale del falso in autodichiarazione, tornato di grande attualità alla luce dell’impianto di regole e sanzioni messo in atto per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, si inserisce una recente pronuncia della giurisprudenza di merito, in cui si esamina il rapporto tra dichiarazione sostitutiva di atto notorio e autotutela amministrativa. Le motivazioni alla base dell’assoluzione dell’imputato, in particolare, offrono una lettura interessante della relazione intercorrente tra la disciplina dell’art. 483 c.p. – e dei delitti di falso in generale – e il d.P.R. 445/2000, in una prospettiva di valorizzazione del dato funzionale meritevole di approfondimento.
I limiti dell'incriminazione penale del falso in autodichiarazione: una pronuncia nel segno della valorizzazione della prospettiva funzionale
Sara Prandi
2021-01-01
Abstract
In seno al dibattito sulla rilevanza penale del falso in autodichiarazione, tornato di grande attualità alla luce dell’impianto di regole e sanzioni messo in atto per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, si inserisce una recente pronuncia della giurisprudenza di merito, in cui si esamina il rapporto tra dichiarazione sostitutiva di atto notorio e autotutela amministrativa. Le motivazioni alla base dell’assoluzione dell’imputato, in particolare, offrono una lettura interessante della relazione intercorrente tra la disciplina dell’art. 483 c.p. – e dei delitti di falso in generale – e il d.P.R. 445/2000, in una prospettiva di valorizzazione del dato funzionale meritevole di approfondimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



