Il riesame di un piccolo busto in agata di età federiciana (Roma, Collezione Santarelli), stupendo per il materiale e per la finezza di esecuzione, apre nuove possibilità di indagare i rapporti fra la glittica e la scultura in marmo alla metà del XIII secolo, ovvero in un momento cruciale per il rilancio della cultura figurativa e della produzione scultorea monumentale in Italia. Un rinnovamento – come si sa da tempo – legato alla tradizione del classicismo antico non meno che a fenomeni culturali ‘mediterranei’ e ai fermenti naturalistici dell’Europa gotica. Di Nicola Pisano, figura centrale in questo quadro di rinnovamento, si dimostra l’originaria formazione come intagliatore di gemme: una pratica che gli garantì quel controllo assoluto delle tecniche, quella capacità di sperimentare, quella spinta all’innovazione generata dal confronto dialettico con l’antico, che fece di lui l’iniziatore di una vera e coerente ‘linea di ricerca’ italiana, originale e progressiva nel panorama più vasto delle ricerche artistiche del Duecento europeo.

Flos sculptorum. Nicola Pisano fra scultura, glittica e sperimentazione: la testa femminile di Palazzo Venezia e il busto in agata della Collezione Santarelli

Clario Di Fabio
2023-01-01

Abstract

Il riesame di un piccolo busto in agata di età federiciana (Roma, Collezione Santarelli), stupendo per il materiale e per la finezza di esecuzione, apre nuove possibilità di indagare i rapporti fra la glittica e la scultura in marmo alla metà del XIII secolo, ovvero in un momento cruciale per il rilancio della cultura figurativa e della produzione scultorea monumentale in Italia. Un rinnovamento – come si sa da tempo – legato alla tradizione del classicismo antico non meno che a fenomeni culturali ‘mediterranei’ e ai fermenti naturalistici dell’Europa gotica. Di Nicola Pisano, figura centrale in questo quadro di rinnovamento, si dimostra l’originaria formazione come intagliatore di gemme: una pratica che gli garantì quel controllo assoluto delle tecniche, quella capacità di sperimentare, quella spinta all’innovazione generata dal confronto dialettico con l’antico, che fece di lui l’iniziatore di una vera e coerente ‘linea di ricerca’ italiana, originale e progressiva nel panorama più vasto delle ricerche artistiche del Duecento europeo.
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