Il rapporto di Antonio Vivaldi con il Teatro Sant’Angelo è stato particolarmente rilevante e continuativo: per le sue scene, tra il 1705 e il 1739 il Prete rosso scrisse una ventina tra drammi per musica e pasticci, nonché in diversi periodi vi rivestì ruoli sia artistici che gestionali, in veste di violinista, compositore, «direttore delle opere» e impresario. Il contributo indaga le strategie compositive e drammaturgiche elaborate da Vivaldi nelle opere scritte per il Sant’Angelo, per comprendere se e in quale misura si distinguano rispetto al resto della sua produzione teatrale. Le peculiarità produttive e architettoniche del Sant’Angelo avevano portato il teatro a sviluppare una propria identità nel contesto veneziano, sviluppando una certa tendenza alla sperimentazione, in particolare negli aspetti drammaturgici e scenotecnici. L’analisi delle partiture e lo studio dei libretti messi in musica da Vivaldi dimostra come il compositore abbia risposto alle peculiarità del Sant’Angelo con una maggiore ricerca timbrica, realizzata attraverso soluzioni insolite nell’orchestrazione e un uso coloristico degli strumenti concertanti.

Antonio Vivaldi al Sant’Angelo: il contributo dell’orchestrazione alla costruzione di una identità teatrale

Viviani, Giada Roberta
2024-01-01

Abstract

Il rapporto di Antonio Vivaldi con il Teatro Sant’Angelo è stato particolarmente rilevante e continuativo: per le sue scene, tra il 1705 e il 1739 il Prete rosso scrisse una ventina tra drammi per musica e pasticci, nonché in diversi periodi vi rivestì ruoli sia artistici che gestionali, in veste di violinista, compositore, «direttore delle opere» e impresario. Il contributo indaga le strategie compositive e drammaturgiche elaborate da Vivaldi nelle opere scritte per il Sant’Angelo, per comprendere se e in quale misura si distinguano rispetto al resto della sua produzione teatrale. Le peculiarità produttive e architettoniche del Sant’Angelo avevano portato il teatro a sviluppare una propria identità nel contesto veneziano, sviluppando una certa tendenza alla sperimentazione, in particolare negli aspetti drammaturgici e scenotecnici. L’analisi delle partiture e lo studio dei libretti messi in musica da Vivaldi dimostra come il compositore abbia risposto alle peculiarità del Sant’Angelo con una maggiore ricerca timbrica, realizzata attraverso soluzioni insolite nell’orchestrazione e un uso coloristico degli strumenti concertanti.
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